26 Aprile 2016

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CERNUSCO-PIOLTELLO per CHERNOBYL

Su questo sito http://home.26aprile.it

Un gruppo di persone che hanno un obiettivo comune: portare avanti un progetto di solidarietà che permetta a più persone possibile di conoscere cosa è successo il 26 Aprile 1986 alla centrale nucleare di Chernobyl.

Vogliamo dare ai bambini provenienti dalle zone contaminate, la possibilità di vivere un mese di risanamento e gioia.
Siamo un gruppo di persone che si sono trovate anni fa e dal 1995 hanno deciso di dedicarsi a questo obiettivo, di conivolgere amici e parenti per poter realizzare qualcosa di grande. E ora il progetto Chernobyl non è più soltanto un’associazione ma una grande comunita’ !

L’Associazione 26 Aprile è nata il 4 aprile del 2007. Il comitato, dopo aver collaborato per 12 anni con Legambiente Onlus, ha deciso di rendersi indipendente continuando a portare avanti i principi e gli obiettivi che avevano fino ad allora contraddistinto il gruppo di lavoro.

Il comitato è l’organo che operativamente permette di “mettere in piedi” tutti gli anni il progetto di accoglienza dei bambini.

Il presidente, aiutato dal vice presidente, si occupa di coordinare il lavoro delle commissioni e rappresenta l’Associazione durante le iniziative e di fronte alle autorità.

 

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30 anni dopo Chernobyl

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 30 anni di Chernobyl

10MILA KMQ INUTILIZZABILI, INCERTEZZA NUMERO MORTI –  Trent’anni dopo la catastrofe di Chernobyl, il 26 aprile 1986, oltre 10mila chilometri quadrati di territorio sono inutilizzabili per l’attività economica, più di 150mila chilometri quadrati sono le aree contaminate della Bielorussia, Russia e Ucraina e 5 milioni di persone vivono in zone ufficialmente considerate contaminate. A causa degli elevati livelli di contaminazione da plutonio nel raggio di 10 chilometri dalla centrale, ricorda Greenpeace nel briefing ‘L’eredità nucleare di Fukushima e Chernobyl’, l’area non potrà essere ripopolata per i prossimi diecimila anni. Il personale presente nel sito e coloro che intervennero nelle operazioni di emergenza nei primi giorni, in totale circa mille persone, ricevettero le dosi più elevate, in alcuni casi fatali, di radiazioni. Nel tempo, più di 600.000 persone sono state impiegate nelle operazioni di emergenza o di recupero (liquidatori). Il numero esatto delle morti legate al disastro non è noto.

Il Chernobyl Forum (riuniva Fao, Onu, Oms, Unep, Undp e altre agenzie Onu con Banca Mondiale, Russia, Bielorussia e Ucraina), nel 2003 stimò 65 decessi certi e 4.000 vittime di tumori e leucemie ‘collegabili’. Iarc, agenzia anticancro dell’Oms, nel 2006 indicò 25mila casi di cancro in eccesso 16mila dei quali fatali al 2065, a 80 anni dall’evento. Nel 2011 Unscear, comitato scientifico delle Nazioni unite dedicato ai rischi da radiazioni, rilevò 6mila casi di cancro alla tiroide fra i bielorussi bambini al tempo dell’incidente, 15 dei quali fatali.

Le valutazioni degli ambientalisti sono molto più alte e vanno dalle centinaia di migliaia di casi di tumori alle decine di migliaia di morti nel tempo (40mila secondo lo studio Torch 2016). Numerosi gli studi, ognuno con i suoi numeri, scarsi i dati epidemiologici. Intanto gli ecologisti puntano il dito contro la sottovalutazione dei rischi delle basse esposizioni, accusando il fronte nuclearista di disinformazione.

ChernobylMentre la contaminazione da cesio-137 è diminuita qualche decina di volte in molti dei prodotti agricoli, la sua diminuzione è inferiore in prodotti come i funghi e i frutti di bosco. Allo stesso tempo, i livelli nel latte, nella carne bovina e nei prodotti forestali non legnosi, avvertono gli ambientalisti, continuano a superare il contenuto ammissibile per legge di cesio-137. Il lavoro sul campo effettuato da Greenpeace nella regione ucraina di Rivne, nel 2015, ad esempio, ha scoperto nel latte livelli di cesio-137 superiori ai limiti per il consumo. Un’area di 30 chilometri attorno al reattore, attraverso il confine tra Ucraina e Bielorussia, è stata completamente evacuata dopo il disastro a causa degli alti livelli di contaminazione e definita ‘zona di esclusione’. In teoria sarebbe vietato dalla legge, ma migliaia di persone vi lavorano e oltre un centinaio, soprattutto anziani, vi vivono. Nel 2012 l’area è stata anche aperta ai turisti. Disseminati nella zona ci sono, secondo stime, circa 800 depositi di materiale a bassa radioattività prodotto dalle bonifiche. C’è anche lo stagno artificiale parte dei sistemi di raffreddamento della centrale, con acqua gravemente contaminata. Come fa notare il rapporto di Greenpeace ‘Chernobyl: 30 years later’ si tratta di fonti ‘aperte’ di radioattività che diffondono radionuclidi attraverso aria o acqua. Attualmente non esistono piani per il reinsediamento della popolazione o la ripresa dell’attività agricola, ma sono previsti dei progetti di ricerca internazionale. Intanto, benché si stia ripopolando di animali selvatici, la foresta contaminata è a rischio di incendi che potrebbero riportare nell’aria i radionuclidi intrappolati nel legno. Nel caso peggiore, indicano alcune stime, il fumo potrebbe creare un rilascio di radioattività equivalente a un incidente di livello 6 sulla scala Ines (International nuclear events scale) che misura la pericolosità degli incidenti (Chernobyl e Fukushima sono al 7, il massimo).

Mutazioni genetiche animaliLa Bielorussia ha subito le le peggiori conseguenze dell’incidente. Per via della direzione del vento nelle ore immediatamente successive all’esplosione, la nube radioattiva è ricaduta sopratutto in territorio bielorusso, contaminandone il 23% (46.500 chilometri quadrati) rispetto al 5% di quello ucraino (50mila kmq su 12 province). Colpite anche 19 regioni russe per 60mila kmq. Oggi vaste aree del Paese, soprattutto le regioni meridionali dove vivono centinaia di migliaia di persone, presentano livelli di radioattività molto elevati. Secondo alcune stime del governo bielorusso il disastro è costato almeno 235 miliardi di dollari su un periodo di 30 anni, calcolando l’impatto dei costi sanitari, l’abbandono di miniere e fattorie e la perdita di oltre 200mila ettari di superficie agricola e 1.900 chilometri quadrati di foresta potrebbero essere stime ottimistiche. Oltre il 22% della spesa pubblica della Bielorussia nel suo primo anno di indipendenza è servito per affrontare il disastro, principalmente nella costruzione di case per 135mila sfollati dalle aree contaminate. Oggi si vcalcola che le spese sostenute dal governo per le conseguenze del disastro, soprattutto per la cura dei malati, sia attorno al 5% della spesa pubblica.

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25 Aprile 2016

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25 Aprile 2016

[Da Wikipedia, l’enciclopedia libera].

 Anniversario della liberazione d’Italia

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« Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire. »(Sandro Pertini proclama lo sciopero generale, Milano, 25 aprile 1945) 

L’anniversario della liberazione d’Italia (anche chiamato festa della Liberazione, anniversario della Resistenza o semplicemente 25 aprile) è una festa nazionale della Repubblica Italiana che ricorre il 25 aprile di ogni anno.

È un giorno fondamentale per la storia d’Italia ed assume un particolare significato politico e militare, in quanto simbolo della vittoriosa lotta di resistenza militare e politica attuata dalle forze partigiane durante laseconda guerra mondiale a partire dall’8 settembre 1943 contro il governo fascista della Repubblica Sociale Italiana e l’occupazione nazista.
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MISSILI anti asteroidi

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MISSILI RUSSI per difenderci dagli asteroidi

Per gli scienziati russi, nuovi missili a ricerca di Asteroidi potrebbero essere pronti in appena 20 anni.

Il Makeev Rocket Design Bureau, che è specializzata in produzione di missili balistici a lungo raggio, ha sviluppato un progetto per aggiornare la sua flotta – e mira ad essere pronto per il tiro al bersaglio su Apophis, il famigerato asteroide destinato a passare vicino alla Terra nel 2036.

Gli astronomi hanno scoperto circa 13.000 “asteroidi vicini alla Terra” – reliquie della nascita del Sistema Solare che ruotano intorno al Sole vicino a noi.
Ma la loro orbita non è “ordinata” come quella dei pianeti. Il loro percorso spesso incrocia la nostra tariettoria.

E circa 1.000 asteroidi vicini alla Terra sono più grandi di un chilometro di diametro.
Se uno di quelli incontrasse la Terra, si provocherebbe un’altra estinzione di massa simile a quella che provoco’ la fine dei dinosauri.

Rilevare il percorso e la previsione del movimento degli asteroidi che si dovessero avvicinare pericolosamente  è il compito del Near Earth Object Program della NASA.

Ma se un asteroide fosse identificato come un potenziale distruttore, come potremmo fermarlo – soprattutto avendo poche ore di preavviso ‘?

Con i missili, naturalmente.

Il progetto di aggiornamento russo si propone di aumentare la gittata di centinaia di migliaia di chilometri; forse addirittura milioni.

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22 Aprile 2016: 46esimo EARTH DAY

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La Giornata della Terra

(in inglese Earth Day), è il nome usato per indicare il giorno in cui si celebra l’ambiente e la salvaguardia del pianeta Terra.
Le nazioni Unite celebrano questa festa ogni anno, un mese e due giorni dopo l’equinozio di primavera, il 22 aprile. La celebrazione che vuole coinvolgere più nazioni possibili, ad oggi coinvolge precisamente 175 paesi. Nata il 22 aprile 1970 per sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali della Terra.

EARTH DAYCome movimento universitario, nel tempo, la Giornata della Terra è divenuta un avvenimento educativo ed informativo.
I gruppi ecologisti lo utilizzano come occasione per valutare le problematiche del pianeta: l’inquinamento di aria, acqua e suolo, la distruzione degli ecosistemi, le migliaia di piante e specie animali che scompaiono, e l’esaurimento delle risorse non rinnovabili. Si insiste in soluzioni che permettano di eliminare gli effetti negativi delle attività dell’uomo; queste soluzioni includono il riciclo dei materiali, la conservazione delle risorse naturali come il petrolio e i gas fossili, il divieto di utilizzare prodotti chimici dannosi, la cessazione della distruzione di habitat fondamentali come i boschi umidi e la protezione delle specie minacciate.

Tutti, a prescindere dall’etnia, dal sesso, da quanto guadagnino o in che parte del mondo vivano, hanno il diritto etico a un ambiente sano, equilibrato e sostenibile. La Giornata della Terra si basa saldamente su questo principio. Il 22 aprile del 1970, 20 milioni di cittadini americani, rispondendo a un appello del senatore democratico Gaylord Nelson, si mobilitarono in una storica manifestazione a difesa del nostro pianeta. Oggi, su questo principio quanto mai d’attualità ci si mobiliterà ancora, in 175 paesi del mondo.

EARTH DAY ITALIA si propone come testimonial italiano per la Terra.

Earth Day Italia Onlus è l’associazione impegnata nelle celebrazioni italiane della Giornata Mondiale della Terra in partnership con l’Earth Day Network di Washington.

La tutela del Pianeta rappresenta in assoluto il valore fondante di Earth Day Italia

Tutti possono contribuire diventando volontari per la Terra.

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