Denton Cooley: primo trapianto cuore artificiale

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Primo cuore artificiale

Negli Stati Uniti, Denton Cooley fu il primo che cominciò a imitare Barnard nel trapianto di cuore e nel 1969, per la prima volta tentò il primo impianto di un cuore artificiale ad aria compressa in un uomo per il quale non era immediatamente disponibile un cuore naturale. Il cuore artificiale funzionò per 62 ore, prima di essere sostituito da un cuore naturale, ma il ricevente morì poco tempo dopo e Cooley fu messo al bando dalla Food and Drug Administration (FDA) perché il suo esperimento non era stato preventivamente autorizzato.

Fra le voci contrarie all’operato di Cooley figurò anche quella di Christiaan Barnard che si espresse così:

« Non credo al cuore meccanico: un trapianto ben riuscito è sempre meglio di un dispositivo artificiale. Gli organi meccanici non riescono ancora a garantire una buona qualità di vita al paziente che deve rimanere l’obiettivo principale di qualsiasi intervento medico. »

(Christiaan Barnard)

In realta’ il dott. Cooley aveva detto:
« Questo dispositivo non è stato progettato per una sostituzione permanente. Abbiamo adottato una misura disperata per salvare la vita di un uomo. Quello che è importante ora è trovare ‘un donatore. »

In effetti l’uomo, di quarantasette anni, sopravvive con questo dispositivo per sessantadue ore.
Due giorni dopo l’impianto del cuore artificiale giunge l’annuncio del “compiuto miracolo” : il donatore è stato trovato.
Ma l’intervento non riesce e il paziente muore, dopo circa trenta ore, in seguito a una crisi di rigetto complicata da polmonite e insufficienza renale.

Quindi il dott. Cooley viene radiato dalla FDA, anche se era riuscito nel suo compito: mantenere in vita in situazione di emergenza un uomo senza cuore naturale. Il fallimento fu dovuto al rigetto di quello naturale “sostitutivo” e non al pioneristico intervento con l’uso di quello artificiale. CONTINUA A LEGGERE

MISSIONE DAWN: primi risultati

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 Missione Dawn

è una missione basata su una sonda senza equipaggio sviluppata dalla NASA per raggiungere ed esaminare il pianeta nano Cerere e l’asteroide Vesta.
Dawn è stata lanciata il 27 settembre 2007.

Il piano, in ordine cronologico, era il seguente:

  • Lancio il 27 settembre 2007
  • Manovra gravitazionale su Marte nel febbraio 2009
  • Arrivo a Vesta nel luglio 2011
  • Partenza da Vesta nel luglio 2012
  • Arrivo Cerere il 6 marzo del 2015
  • Fine missione primaria all’inizio del 2016.

Lancio missione DawnPer viaggiare dalla Terra agli obiettivi ha utilizzato tre motori agli ioni derivati da quelli utilizzati dalla sonda Deep Space 1.
I motori funzionano alternandosi e la sonda procede a spirale.

La sonda è entrata in orbita attorno a Cerere il 6 marzo del 2015 per eseguire osservazioni della superficie. Inizialmente da un’altitudine di 5.900 km, che è stata prima ridotta a 1.300 km i primi cinque mesi e successivamente portata a 700 km per altri cinque mesi.

A distanza di circa un anno, lo spettrometro ”Vir (strumento italiano Visual and Infrared Spectrometer)  ha osservato la presenza di acqua all’interno di Oxo, un cratere di recente formazione, con un diametro di circa 9 chilometri e situato nell’emisfero Nord di Cerere”, ha detto Maria Cristina De Sanctis, dell’Istituto di astrofisica e planetologia spaziali dell’Inaf. La scoperta, secondo la ricercatrice, ”ribadisce l’importanza di Cerere nel contesto degli scenari di formazione del Sistema solare”.

Grazie ai primi dati dello strumento Grand (Gamma Ray and Neutron Detector) sono state individuate concentrazioni di idrogeno maggiori in prossimita’ dei poli. Poiche’ l’idrogeno e’ il principale costituente dell’acqua, questa informazione rafforza lo scenario della presenza di ghiaccio d’acqua in prossimita’ della superficie nelle regioni polari di Cerere.
I prossimi test dovranno confermarlo e dire che in stato si trova l’acqua, visto che per ora non si sa se sia allo stato liquido o solido.

Ma perche’ questo interesse per il piccolo pianeta nano CERERE (poco piu’ di un asteroide) ?

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Caronia: Il mistero dei fuochi di Canneto.

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CANNETO di CARONIA (Sicilia)

Il processo è iniziato nei giorni scorsi e riprenderà l’11 aprile e ci saranno qualcosa come 60 testimoni da sentire solo per la difesa. Intanto lo stesso giudice monocratico di Patti che presiede il dibattimento, ha scarcerato GIUSEPPE PEZZINO, ai domiciliari dal 5 marzo dello scorso anno e con il padre ANTONINO, a piede libero. I due congiunti sono sotto processo con le accuse di svariati episodi di incendio, danneggiamento seguito da incendio, concorso in truffa aggravata e procurato allarme sociale per il mistero dei fuochi di Canneto di Caronia inerenti solo il periodo dell’estate 2014.

I dettagli di questo provvedimento di scarcerazione provvisoria, e sicuramente nei prossimi mesi, gli aggiornamenti del processo in corso, li trovate in questo link

Ma vorrei sottolineare come tutto questo processo si concentri sul periodo 2014, quando nuovi incendi sembrava avessero ripreso a colpire la piccola cittadina siciliana dopo una lunga interruzione di ben 6 anni… infatti gli eventi che hanno reso noto CANNETO di CARONIA nel mondo erano iniziati nel 2003/2004 e si sono interrotti, inspiegabilmente come erano iniziati, nel 2008.

Guardate questo video, con lo speciale trasmesso da VOYAGER nel 2014, quindi a “menti fredde”, che riassume l’accaduto e cerca di insinuare qualche spiegazione piu’ o meno scientifica

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18 Marzo 1965: prima passeggiata spaziale

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Voschod 2

La missione Voschod 2 venne lanciata il 18 marzo 1965 alle ore 07.00 UTC dal cosmodromo di Baikonur.

Già durante la prima orbita terrestre venne gonfiata, estratta e posizionata la chiusa d’aria. Leonov allora si sforzò ad entrare nella stretta camera, dalla quale successivamente venne fatta evadere tutta l’aria. La cabina con Beljaev ovviamente rimase sotto pressione. Verso le 08.30 UTC, Leonov iniziò ad uscire per passeggiare nel vuoto dello spazio.

Poco dopo Voschod 2 aveva nuovamente raggiunto la zona di ricezione delle onde radio VHF delle stazioni di controllo di volo sovietiche, tanto che una telecamera posizionata all’esterno della capsula Voschod poté trasmettere direttamente a terra le prime immagini filmate di questo storico momento dell’esplorazione umana dello spazio.

Leonov rimase all’esterno della capsula per un periodo compreso tra i dieci ed i venti minuti. Le varie indicazioni sono decisamente contraddittorie e pertanto risulta quasi impossibile determinare con esattezza la durata complessiva della passeggiata. Quando tentò di rientrare nella chiusa d’aria si dimostrò che tale azione fosse decisamente più difficile di quanto previsto. Infatti la sua tuta spaziale si era notevolmente gonfiata a causa della mancanza di contropressione dovuta al vuoto dello spazio. Pertanto Leonov fu quasi impossibilitato a muoversi e solo dopo notevoli sforzi fu in grado di azionare un’apposita valvola di scarico d’aria dall’interno della tuta spaziale. Completamente stremato riuscì a rientrare nella chiusa d’aria e la tragedia in fondo fu sfiorata di poco.

Alexei Arkhipovich Leonov
Alexei Arkhipovich Leonov

“The Earth was small, light blue, and so touchingly alone, our home that must be defended like a holy relic. The Earth was absolutely round. I believe I never knew what the word round meant until I saw Earth from space.”

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