Futuro tecnologico… o forse no ?
Il primo esoscheletro per la servoamplificazione di forza realizzato in Italia, che per le sue caratteristiche tecniche può essere considerato il più complesso sistema robotico indossabile al mondo, è ora diventato realtà grazie al dispositivo sviluppato dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
Può essere applicato sia in ambito militare (il progetto è stato finanziato dal ministero della Difesa) ma anche per complesse operazioni di protezione civile.
Si tratta di uno strumento cibernetico esterno che riesce a potenziare le capacità fisiche, amplificando fino a 20 volte la forza dell’utilizzatore che lo indossa, agendo come una sorta di muscolatura artificiale. Un primo prototipo del dispositivo, denominato “body extender”, è stato completato nel marzo 2009 alla Direzione generale degli armamenti terrestri del ministero della Difesa, che aveva cofinanziato il progetto della Scuola pisana per un esoscheletro indossabile destinato ad applicazioni militari, soprattutto di tipo logistico. Il “body extender” è costituito da un corpo centrale a cui sono collegati 4 arti robotici (2 braccia e 2 gambe), caratterizzato da capacità di movimento paragonabili a quelle del corpo umano. E’ in grado di inseguire, incontrando la minima resistenza, i movimenti delle gambe e delle braccia dell’operatore e di amplificarne le sue forze esercitate sull’ambiente esterno.
La novità che rende unico al mondo questo dispositivo, spiegano i ricercatori pisani, “é costituito dall’elevato numero di gradi di libertà (ben 22) consentiti all’operatore e ogni grado di libertà è dotato di un sensore di posizione angolare controllato in modo indipendente dagli altri, attraverso un motore elettrico dedicato”. Il dispositivo è inoltre dotato di sensori di forza collocati in corrispondenza dei punti di contatto con il corpo dell’operatore, che consentono al body extender di capire le intenzioni di movimento.
Chi lo utilizza ha estrema libertà di movimento sulle gambe e può compiere passi avanti, indietro e laterali, roteare sul posto, accovacciarsi, salire e scendere gradini. Inoltre, utilizzando entrambe le braccia robotiche, si possono sollevare esostenere carichi fino a 100 chilogrammi, anche per lunghi intervalli di tempo.
QUANTI DI VOI HANNO PENSATO AD ALIEN ? Il famoso film del 1979 di Ridley Scott ??
Troppo simile questo esoscheletro a quello indossato da Sigourney Weaver per combatter “Il nemico” alieno?
…e se ci avessero pensato anche a Pisa ?
Perchè non credere che si siano ispirati a quelle mitiche scene del film ?
Ma spingiamoci oltre…
e se addirittura all’origine di questi tentativi di realizzazione tecnologica per il potenziamento delle capacità fisiche umane vi fossero altre influenze, un po’ meno evidenti, ma più “subliminali” ?
Pensate al fatto che la generazione di questi scienziati è quella cresciuta con le immagini dei primi cartoni animati giapponesi con i protagonisti “potenziati” dalle loro armature… se ne potrebbero citare centinaia, forse migliaia:
Ci stiamo forse avvicinando alla realizzazione dell’ultima evoluzione di queste “invenzioni” tecnologiche?
Pero’ nella storia si distingue almeno un tentativo differente di vincere i limiti umani, non inteso nel mero senso della forza e della potenza, quanto della LIBERTA’… raggiungere il grande sogno: IL VOLO UMANO.