OLTREPO pavese a rischio !

No Comments

UN OMBRA INCOMBE SULL’ OLTREPO PAVESE

No Inceneritore Retorbido

Da oltre un anno ormai, Retorbido e tutti i comuni limitrofi dicono No a questo inceneritore che vogliono costruire nell’ area ex Valdata. Ora è giunto il momento di far sentire la voce della gente di queste terre a chi vuole costruire questo impianto in un territorio vocato all’agricoltura ed alla produzione di vini pregiati: la salute delle persone non si può comprare, ci vogliono risposte e fatti concreti dalla Regione per dare ai nostri figli un futuro a colori e non color grigio fumo.

Non puoi mancare…

MANIFESTAZIONE
NO INCENERITORE
22 maggio 2016 / ore 16:30
Retorbido

Nello splendido Oltrepò Pavese, vogliono costruire, all’ex fornace Valdata, un inceneritore per lo smaltimento di pneumatici, che porterebbe solo gravi danni alla salute e all’ambiente.
I Pneumatici Fuori Uso (PFU), infatti, sono un tipo molto particolare di rifiuto e – come scrive in un articolo su un quotidiano locale l’Ing. Michele Pesci, incaricato da uno dei Comuni dell’Oltrepò Pavese di esaminare la documentazione secretata relativa a tale impianto – un inceneritore basato sulla pirolisi a caldo “è una specie di raffineria che trasforma i pneumatici in carbone e olio pesante consumando metano”.
oltrepoSecondo l’ingegnere, questo tipo di impianti non dovrebbero trattare più di 5 tonnellate di rifiuti al giorno, mentre secondo il progetto della Società Italiana Energetica Tire, presentato in Regione Lombardia il 4 novembre 2014, ne verranno trattati ben 100, per un totale di 32.000 tonnellate l’anno!

Zone Oltrepo Coinvolte dall inceneritore

L’impianto andrebbe a minare profondamente, oltre alla salute dei cittadini (sappiamo bene che il carbone è responsabile, nel caso della centrale di Civitavecchia, di una vera ecatombe fra gli abitanti), l’economia agricola e rurale, nonché turistica e termale della zona.

Inoltre, il valore degli immobili immediatamente crollerebbe, perfino nel vicino Comune di Voghera, per non parlare dei terreni edificabili, per i quali la richiesta sarebbe ridotta al lumicino. Anche per i terreni agrari si prevede un crollo di almeno il 25% del valore, oltre  al valore dei loro prodotti. Insomma, un’intera economia verrebbe messa letteralmente in ginocchio, sarebbe un vero colpo da KO!

CONTINUA A LEGGERE